INFO-OS: Software-Defined Storage

CRYPTOLOCKER ? NON E’ UN PROBLEMA CON

PDF INFO-OS Converged

PDF INFO-OS Storage

 

CRYPTOLOCKER ?

CLONING DI UN SERVER

FUNZIONALITA’ DI HA

I VANTAGGI DI UNA SOLUZIONE INFO-OS CONVERGED STORAGE

EFFICIENZA

Facilità nel soddisfare le diverse esigenze di un ambiente virtuale configurando in modo semplice, veloce e intuitivo le risorse.

SICUREZZA

Possibilità di monitoraggio costante dell’utilizzo delle risorse per determinare i fabbisogni, protezione con snapshot istantanee e repliche su altri storage dell’intero sistema. Possibilità di ripristino in pochi minuti anche a seguito di un fault totale del sistema.

SCALABILITA

Il sistema permette una configurazione granulare delle risorse esposte, con l’assegnazione personalizzata delle caratteristiche come ad esempio l’assegnazione di una cache SSD in lettura/scrittura senza interruzione di servizio.

FLESSIBILITA

Offerta dei servizi in diverse modalità, NFS, CIFS, iSCSI e DAS garantiscono la copertura al 100% delle richieste. Configurabili al bisogno secondo le disponibilità del sistema. Estrema semplicità di aumento della capacità semplicemente aggiungendo dischi e delle prestazioni aggiungendo SSD o nVME.

SEMPLIFICAZIONE

Tutte le caratteristiche sopraccitate si uniscono ad un’interfaccia di gestione semplice e intuitiva che declinabile sopra i comuni sistemi di virtualizzazione o all’interno del sistema di virtualizzazione di INFO-OS

GARANZIA DI ACCESSO

INFO-OS è basato su FreeBSD e ZFS. I dischi possono essere visti da qualsiasi distribuzione LIVE di FreeBSD garantendo l’accesso ai dati in qualsiasi momento indipendentemente da INFO-OS.

Riassumendo un’architettura di storage basata su un hypervisor convergente esegue sia lo storage sia l’elaborazione dallo stesso host virtuale e rappresenta un decisivo vantaggio, in questo modo la virtualizzazione è utilizzata per raggruppare in pool e automatizzare le risorse lato server e offrire un livello di storage semplice e a prestazione elevate, con costi totali di gestione decisamente ridotti.

Un sistema convergente INFO-OS offre quindi:

  • Ripristino in tempi bassissimi, nell’ordine dei minuti, in caso di danni al file system o cryptolocker con fermi aziendali ridottissimi.
  • Aumento dell’efficienza grazie a un modello dinamico e senza interruzioni operative mediante il quale gli amministratori IT possono soddisfare con precisione le richieste di un’applicazione e fornire le risorse esattamente quando sono necessarie. I servizi di storage diventano fluidi e un’applicazione può riceverne quantità diverse in momenti diversi
  • Massima personalizzazione dei servizi di storage in base a specifici requisiti applicativi e di modificarli in base alle esigenze di una data applicazione, senza incidere sulle applicazioni vicine, con velocità di provisioning e risposta immediata all’utente
  • Semplificazione della gestione: i server standard, che costituiscono la dorsale dell’infrastruttura convergente, consentono alle organizzazioni IT di progettare ambienti di storage scalabili e a basso costo, facilmente adattabili a specifiche esigenze di storage che variano di continuo

Oggi la virtualizzazione delle risorse IT è diventata pervasiva dando luogo a una proliferazione di macchine virtuali, nel paradigma Software-Defined-Storage va sottolineata la valenza che acquistano gli strumenti di gestione, monitoraggio, creazione, rimozione, eliminazione, configurazione, allocazione, spostamento degli oggetti virtuali indispensabili per rispondere alle attuali esigenze.

Parte integrante del DNA informatico aziendale, lo storage non riguarda soltanto la memorizzazione dei dati ma anche e soprattutto le logiche di archiviazione e di accesso sottese. A ben guardare, infatti, sono queste ultime a caratterizzare le varie epoche dello storage e il relativo impatto sui data center. Così se ieri il tormentone dei CIO erano le attività di BackUp, oggi le LOB (line of business) si ritrovano in vario modo a parlare di Big Data Management. Ma più ancora che la quantità di dati da dover gestire, la sfida è orientarsi nel mare magnum delle opzioni tecnologiche oggi a disposizione delle aziende.

Il mondo odierno offre la virtualizzazione come soluzione per affrontare le sempre maggiori richieste di flessibilità e affidabilità richieste dal mercato. Agli inizi la virtualizzazione è stata affrontata esclusivamente lato Hypervisor ovvero il sistema di raggruppamento su host fisici di più macchine virtuali centralizzando e ottimizzando le risorse. Tutti questi host fisici archiviavano i loro dati su sistemi di hard-disk connessi localmente, anche tramite sistemi di RAID con più dischi ma ben presto questa soluzione ha dimostrato i suoi limiti. Il passo successivo, resosi necessario anche in seguito alle aumentate esigenze, è stato fatto abbandonando la complessità dei sistemi dischi locali per passare a sistemi di dischi esterni, storage, condivisi anche tra più host. Questo sistema ha permesso di aumentare sia lo spazio disponibile che la complessità dei sistemi. L’aumento della complessità dei sistemi ha reso più difficile la loro messa in sicurezza e le operazioni di backup. Questo aspetto oggi riveste un aspetto molto sentito dalle aziende, il fermo dei sistemi informativi rappresenta un punto critico.

INFOMOVE, sempre attenta alle esigenze dei propri clienti, ha offerto da subito soluzioni che permettessero di aumentare efficienza e affidabilità delle proprie soluzioni. Da qualche anno offriamo STORAGE basati su ZFS. A giugno 2019 abbiamo presentato la nuova versione di INFO-OS, soluzione progettata e realizzata dai nostri laboratori, frutto di quasi 10 anni di esperienza nel mondo degli storage ZFS e oltre tre anni di studio e sviluppo del nostro team per lo Storage Area Network scegliendo l’approccio al software-defined-storage che garantisce scalabilità del sistema a richiesta e gestione semplice, offrendo una grande semplicità di utilizzo, flessibilità di implementazione, snapshot e backup semplici ed affidabili.

Il principale obbiettivo degli IT manager aziendali è diventato saper gestire e distribuire con efficienza applicazioni e dati perseguendo obbiettivi di affidabilità, velocità, flessibilità ed economicità rispettando le normative e sempre più stringenti linee guida sull’efficienza energetica. Oltre a questi aspetti si deve tener conto delle performance di fruizione accettabili a seconda delle diverse tipologie di servizio, su un sistema che ospita diversi server virtuali infatti sono in numero maggiore rispetto ad un semplice server che ospitava meno tipologie di servizi. Basti pensare alle differenze in tipologia di dischi e di configurazione del RAID in caso di file server o di database server, della diversa formattazione dei dischi con diversa dimensione del block size.

Oltre a queste complicazioni l’aumento della dimensione della base dati ha comportato un sensibile incremento dei tempi di copia e di conseguenza l’aumento dei tempi di ripristino dei dati in caso di guasto del sistema, ma non solo, non dimentichiamo anche i danni accidentali, o voluti, che comportano la cancellazione di dati. Aggiungiamo i nuovi virus, chiamati comunemente “CryptoLocker”, che criptano e prendono in ostaggio di dati aziendali.  Oggi gli IT Manager devono rispondere in tempi bassissimi, già un’ora in certe situazioni può essere un danno economico importante per l’azienda. In uno studio pubblicato sulla rivista 01.NET, anche se non recente presenta perfettamente la situazione, le aziende italiane gestiscono il 622% dei dati in più rispetto al 2016. E il totale dei dati gestiti fa 18,48 Petabyte. Detta così l’informazione potrebbe non significare nulla. Ma se paragonata alle quantità di dati gestite dalle aziende tedesche (10,59 Petabyte), francesi (11,22 Petabyte) e inglesi (10,8 Petabyte), e anche alla media globale (9,7 Petabyte), il peso specifico cambia. Dato preoccupante è che negli ultimi 12 mesi il 20% delle aziende italiane ha dovuto affrontare la perdita irreparabile dei propri dati, con un danno economico medio pari a circa 1,5 milioni di Euro. In questo contesto di crescita, con l’allargamento del perimetro dei dati disponibili, sono aumentati parallelamente i rischi per le aziende. Altro dato importante: Il 68% delle aziende ha affrontato criticità più o meno risolvibili legate alla perdita dei dati, che in alcuni casi hanno causato l’interruzione dei servizi con una media dell’operatività di 18 ore e un costo ponderato di oltre 530 mila Euro. In uno studio commissionato da INTEL si affermava che il 70% delle aziende che han perso interamente la loro base dati nell’arco di sei mesi han portato i libri in tribunale dichiarando fallimento.

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